Mino Reganato

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Un fenomeno mai risolto: l'abusivismo nel settore dei viaggi

L’abusivismo nel settore dei viaggi: una condizione ripetuta e incontrollata che assieme al comparto commercio, produce un giro di affari di ben 23 miliardi di euro, danneggiando l’erario per oltre 11 miliardi per mancati introiti fiscali e contributivi. Basti pensare che eliminando tutte le attività illecite ed abusive, potremmo favorire l’abbassamento delle tasse oltre a un considerevole taglio dell’Irpef, rendendo giustizia a tutti coloro che ligi al dovere fiscale, assistono attoniti e purtroppo impotenti a questa annosa condizione.
Vendere un viaggio abusivamente mette a repentaglio la vacanza dello stolto acquirente che comprando un pacchetto o un soggiorno senza ricevere la dovuta documentazione e soprattutto le polizze assicurative (Responsabilità Civile e Fondo di garanzia ed a assicurazioni accessorie), in caso di vacanza rovinata, incidenti durante il soggiorno o per servizi prenotati e non saldati dall’abusivo (capita anche questo) oltre al rischio di non poter per ovvie ragioni, accedere ad eventuali rimborsi può essere costretto a pagare nuovamente i servizi.

ll Green Pass non basta!

ll Green Pass non basta: ora bisogna rimuovere tutte le restrizioni e uniformare le regole per salvare l’estate del turismo europeo soprattutto in merito a eventuali viaggi in zone rosse o arancioni e a norme comuni per i bambini e i tamponi.
Alla luce della rapida avanzata delle campagne di vaccinazione e dei programmi epidemiologici in Europa, è tempo, secondo l’industria del travel, di far sì che quest’estate sia possibile viaggiare in sicurezza e di implementare la recente approvazione del Green Pass.

L’impoverimento da crisi pandemica

Nel ritorno al peregrinare lavorativo nella pre-fase dell’auspicato rientro alla normalità, dove il lumicino in fondo al tunnel (a detta di molti) si sta trasformando in un faro che dovrebbe condurre gli animi delle aziende impoverite ed agitate nel porto sicuro della normalità, lontano dai marosi e verso il mare della tranquillità si assiste a un cambiamento (oserei dire imbruttimento) di una parte della classe imprenditoriale alberghiera.

La luce in fondo a un …corridoio

Il settore del turismo nazionale è oramai giunto allo stadio di malato terminale. La crisi sanitaria di proporzioni gigantesche che oramai da quasi un anno imperversa sul comparto, ha lasciato una lunga scia di aziende che hanno chiuso i battenti e altre ancora seguiranno lo stesso destino con una perdita di 53 miliardi di euro in entrate turistiche. E all’orizzonte si prevedono ulteriori 8 miliardi di euro di perdita nel primo trimestre del 2021.

In dubio pro reo

In una condizione di “dubbia” certezza, il ritorno a viaggiare a breve è un presupposto alquanto remoto. “Noi rei” razionalmente e di conseguenza, pensiamo che ciò sia quantomai veritiero, visto che la recessione dei prossimi mesi potrebbe cancellare migliaia di posti di lavoro in tante attività del comparto che forse non riapriranno anche a causa della chiusura forzata delle feste natalizie.

Figli di un Dio Minore

Criticità sulle modalità con cui sono stati distribuiti gli aiuti, sperequazione nell’assegnazione delle risorse, ritardi notevoli dei pagamenti insomma il comparto turistico subisce il danno dopo la beffa.

Fare Turismo: un bene irrinunciabile !

Non vi è settore economico che possa offrire maggiori opportunità di lavoro e business per tutti coloro che mostrano dedizione, ricerca di una formazione costante e pronti ai continui cambiamenti che il mercato turistico impone.

Non si improvvisa !

L’abbondante cerchia di GURU presente sul mercato sforna a ritmo continuo, teorie basate su calcoli prefissati senza tener di conto della costante imprevedibilità presente nella gestione alberghiera.
Spigno Saturnia (LT) - ITALIA
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